Arte, Storia, Cultura e Tradizioni

  vallata dello stilaro  - Informazioni 

ETA' ANTICA.

Le prime testimonianze certe dei primi abitanti della vallata dello Stilaro Allaro è dei greci tra il VIII e il VII secolo a.C. che fondarono sulla costa dell'attuale Monasterace, presso la foce della fiumara Assi la piccola colonia di Kaulon, si stima di 10.000 abitanti. Essa commerciava con gli indigeni stanziati nell'entroterra che estraevano il minerale. Con l'argento batterono anche moneta come testimoniano alcuni ritrovamenti di resti di edifici per la lavorazione in loco del minerale e distateri. Il territorio di Caulonia era ricco di risorse e anche per questo era conteso fra le colonie di Locri e Crotone. Nella prima metà del IV secolo a.C. lo Stilaroallora chiamato Elleporo fu teatro di un importante battaglia tra Dionisio I e la Lega italiota formata da alcune città della Magna Grecia con la sconfitta di quest'ultime. Successivamente il territorio fu conquistato dai Romani i quali sfruttarono intensamente la zona con l'estrazione del rame, istituendo nella vallata una colonia penali per i damnata ad metalla e deforestando la zona per il bisogno di legna per i cantieri navali.

ETA' MEDIEVALE

Nel X secolo sotto il dominio bizantino c'è una forte crescita economica e demografica che consente la nascita di be 22 casali con 37 conventi, chiese e laure eremitiche fondate dai monaci greci di San Basilio. In questo periodo è il casale di Stilo ad avere un ruolo sempre più importante tale da inglobare i casali di Pazzano, Stignano, Guardavalle, Riace e Camini. In questo periodo viene sfruttato l'allevamento del baco da seta insieme alle tradizionali attività di agricoltura e pastorizia, ma anche attività più industriali come quale forno per la calce, 2 forni per il ferro e ben 16 mulini. Si pensa che con la presenza dei normanni vi fossero anche delle attività di siderurgia. Il 15 luglio del 982 nella vallata si svoglie una battaglia tra Ottone II e gli arabo-bizantini, vinta da quest'ultimi. Nell'XI secolo Stilo divenne un possedimento normanno con a capo il nobile locale Costa Peloga, ma gli si ribella nel 1065e per ben 6 anni resiste agli attacchi normanni. Con i normanni si hanno anche le prime notizie su documenti cartacei della presenza di attività minerarie nel territorio.

  • Nella vallata del fiume Stilaro, nella quale insistono i centri urbani di Bivongi, Pazzano, Stilo e Monasterace, ed in parte del territorio montano delle Serre Calabre, con il comune di Mongiana, Fabrizia, Guardavalle, Spadola e Cardinale, per oltre 2000 anni hanno "operato" una moltitudine di popolazioni che oltre a dotare il comprensorio di interessanti monumenti legati a vari aspetti colturali, hanno disseminato l'intero comprensorio di una cospicua presenza di resti materiali legati alle attività produttive "industriali", imperniate principalmente sulla siderurgia e sulla metallurgia (miniere, ferriere, fonderie, villaggi minerari, ecc..). Queste attività, erano favorite dalla ricchezza mineraria del sottosuolo e dalle ideali condizioni morfologiche e idriche, che consentivano la trasformazione e la lavorazione in loco dei minerali e dei metalli. Questo comprensorio che si estende dal mare Jonio sino alle Serre Calabre, si colloca ai nostri giorni, tra le pochissime realtà territoriali italiane in cui, in una ben circoscritta area, si conservano molte testimonianze monumentali ed archeologiche, che sin dal tempo dei Fenici, giungono fino agli anni cinquanta del secolo appena trascorso. Molti sono ancora oggi i toponimi che ricordano l'antica vocazione del comprensorio dello Stilaro: Camini, Bivongi, Forno, Argentera, Argastili, Argalia, ecc.. Dimenticare le attività industriali operanti nel territorio e dimenticare che la vallata dello Stilaro fu la culla della rivoluzione industriale meridionale. Oggi, per salvaguardare i luoghi della memoria industriale presenti nella vallata dello Stilaro e nelle Serre Calabre, è in atto l'istituzione di un Ecomuseo denominato " delle ferriere e fonderie Calabre". L'Ecomuseo, si identifica, con un'area geografica, interessata a molteplici aspetti culturali e ambientali, con particolare riguardo alla cultura materiale e all'Archeologia Industriale, che conserva ancora a distanza di decenni, patrimoni monumentali, ambientali, storici, sociali ed economici che in passato erano volano di sviluppo e crescita economica per un intero comprensorio. L'ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, anche nella sua fase embrionale, è oggi compreso tra i 35 principali siti archeologici e industriali distribuiti su tutto il territorio nazionale e per la valenza culturale che esprime è stato inserito in testi tecnico-scientifici di notevole importanza (Edilizia per la cultura- Utet 2005). Un ecomuseo, a differenza dei parchi culturali o/e ambientali, tende, a non museificare, con schemi rigidi, un bene, un paesaggio o un'intera area geografica, ma tende a raccogliere e salvare la memoria collettiva di un territorio e della sua popolazione, il che costituisce in sintesi l'idea centrale dello stesso.
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